#26 La Servant Leadership

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www.lemiepersone.itServo. Al servizio dei propri collaboratori.Il leader esiste per servire le sue persone.Per aiutare le sue persone a crescere, a diventare autonomi, a migliorarsi continuamente, come professionisti e come individui. Mettersi al servizio significa dedicare tempo a pensare e programmare il bene e il successo dei propri collaboratori, mettendo in secondo piano se stessi. Significa investire energie per fornire alle proprie persone tutta la formazione, la conoscenza, gli strumenti e il potere per renderli autonomi nel raggiungimento dei loro obiettivi. E poi lasciarli fare, lasciarli volare verso il loro successo. Fidandosi di loro e delle loro capacità. Solo come conseguenza della crescita e del successo dei collaboratori arriva la crescita e il successo del leader e della sua organizzazione. Questa filosofia si chiama Servant Leadership. E’ stata teorizzata per la prima volta nel 1970 da Robert K. Greenleaf. Ribalta completamente il concetto di leader forte, autoritario, conquistatore, maschio alfa. Il capo figo che si vede nei film. A 50 anni dalla sua teorizzazione questa filosofia bellissima da raccontare è ancora difficilissima da implementare. Da trovare in azienda.Le aziende dove la servant leadership è la cultura manageriale prevalente sono spesso leader di mercato.Bisogna essere molto sicuri di sé per essere servant leader, bisogna pensare prima agli altri che a sé stessi, bisogna donare prima di ricevere, bisogna amare il proprio lavoro e le proprie persone. Non aspettare di incontrare un servant leader, potrebbe volerci troppo tempo.Comincia tu a diventare un servant leader. Aiuterai gli altri, aiuterai te stesso.Il miglior libro sulla servant ledaership? “The Servant” di James C. Hunter