Il lato in chiaro della Luna

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21 luglio 1969: mezzo secolo fa, un bipede appartenente alla nostra specie affondava uno scarpone nella polvere della superficie lunare. L’essere umano dell’impresa si chiamava Neil Armstrong. Lo seguiva Buzz Aldrin, ma la gente tende a dimenticarsi di lui – forse perché sprovvisto di frasi a effetto. Più probabilmente perché gli toccò di scendere per secondo dal modulo Eagle. Figurarsi Micheal Collins, il terzo astronauta, rimasto a bordo della navicella per ore smisurate. Con quella missione, Apollo 11, l’America trionfava nella «corsa allo spazio» contro l’Unione Sovietica.  Tra l’altro pochi mesi dopo, a novembre, una nuova missione passeggiò sulla Luna. Si trattava della Apollo 12 e Pete Conrad ha modo di prendersi gioco della solennità di Armstrong. Una bandiera americana sta ancora conficcata lassù, dove venne pure posizionata una targa: «Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna. Luglio 1969 d.C. Siamo venuti in pace per tutta l'umanità». Riassunto di una storia d’eroismo. Eppure qualcuno – e non sono pochi, nel calderone di internet – resta convinto sia stata una montatura o, peggio, un set cinematografico. Esploriamo la serie delle «balle spaziali», smontandole una per una.