Italiani, i più produttivi nell'autoinganno

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Dopo la "proposta" della neo-premier finlandese, Sanna Marin, di ridurre l'orario di lavoro a 24 ore settimanali su quattro giorni a retribuzione invariata, immancabili sono giunte le entusiastiche reazioni di approvazione dall'Italia. Per l'occasione, sono state rispolverate proposte che ricalcano la gestione delle crisi d'impresa e la solidarietà "difensiva" è stata trasformata in "espansiva". Come segno dei tempi, nel paese dove la produttività stagna o si contrae da molto tempo, e che quindi sta preparandosi un gramo avvenire, la riduzione dell'orario di lavoro è presentata in chiave "produttivistica", e non di sottrazione del plusvalore ai capitalisti, per dirla col barbuto di Treviri. Lavorare meno per essere più "produttivi"? Ma da noi il problema più grave non è la bassa produttività ma la mancata comprensione del significato del termine. In troppi sono convinti che produttività sia sinonimo di sfruttamento e cottimizzazione. Oppure si crede che produttività sia quella cosa che sgorga dalla pur necessaria conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Partiamo dalle basi: produttività è la sintesi di efficacia ed efficienza di un sistema economico nel combinare capitale, lavoro, tecnologia e istituzioni (scolastiche, educative, legali, amministrative). Data l’interpretazione italiana del concetto, quindi, non stupisce che al centro del nostro dibattito stiano personaggi folkloristici che pensano che, riducendo l'orario di lavoro, potremmo avere un'esplosione di occupati. La madre del modello superfisso è sempre incinta, dopo tutto. La strada? Prima si accresce il valore aggiunto di un sistema economico ed in seguito lo si redistribuisce, anche attraverso riduzioni dell'orario di lavoro a compenso invariato. Ancora una volta, l'ennesima, gli italiani cercano scorciatoie a questioni esistenziali nella vita di una comunità nazionale. Siamo e restiamo ineguagliati nell'arte dell'autoinganno. Aumentare drasticamente il costo del lavoro serve a ridurre l'occupazione e a spingerla verso il sommerso, non ad innalzare il valore aggiunto del sistema, che si forma in processi di lungo periodo, letteralmente generazionali, per i quali serve serietà nel perseguimento di un modello di sviluppo. Ma serietà ed italiani sono termini ormai mutuamente esclusivi.