Parmigiano-gate

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Ristretto

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Di recente, a Roma è stato in visita Pompeo. Con un nome così, sembra uscito da un triumvirato dell’età aurea latina, ma è il segretario di Stato americano. Ai bilaterali c’era un convitato di pietra. Le sanzioni. Tutto origina dalle baruffe legali fra due colossi che assemblano aerei: la statunitense Boeing e l’europea Airbus si rimpallano l’accusa d’aver ricevuto sovvenzioni illegali dai rispettivi governi. Il primo round è andato agli USA: la Wto ha approvato dazi su merci comunitarie per 7,5 miliardi di dollari, cioè 6,8 miliardi di euro.  Sui generi agro-alimentari grava una scure del 25%. Nell’elenco figurano parmigiano reggiano, grana padano e salumi come salame e mortadella. Si salva, in extremis, la mozzarella di bufala, come vini ed olio. Gli States rappresentano un terzo del nostro export enogastronomico fuori dall’Unione Europea: si tratta di 4,5 miliardi di euro. C’è qualcosa di perverso nel cannoneggiare l’eccellenza in cucina quando si rappresenta una nazione che s’è macchiata di crimini contro l’umanità culinari, tipo le «Fettuccine Alfredo». La pasta, fortunatamente, non sconterà balzelli, anche perché già coinvolta in esperimenti eugenetici ai fornelli. Pensare di migliorare la «carbonara» è una bestemmia quanto applicare Photosphop alla Cappella Sistina.  Forse dovremmo accettare come alcune pietanze, lontano da casa, si siano acclimatate. A volte basta aggiungere il sale.